MEDIA EDUCATION
TESI Finale
Premessa
Il presente documento è il frutto del confronto tra i membri del gruppo della Media Education che, dopo aver definito il proprio ambito rispetto al tavolo dedicato alla scuola digitale, ha elaborato proposte e istanze scaturite anche dal racconto di esperienze significative di Media Literacy nelle scuole della Liguria e di altre realtà italiane.
Il punto di partenza condiviso è che se da un lato può sembrare scontato che un minore sia in grado di utilizzare un tablet o uno smartphone con naturalezza e disinvoltura, dall’altro non è detto sia in grado di rapportarsi con la realtà “mediata” che gli viene posta di fronte. La famiglia, la scuola e le istituzioni devono intervenire in maniera integrata e congiunta, al fine di fornire gli strumenti di base per far sì che i ragazzi e le ragazze possano affrontare la sfida lanciata quotidianamente dai nuovi media.
I punti cardine
Raccogliendo gli stimoli provenienti dai documenti elaborati dal nostro gruppo e dall’esperienza professionale di chi scrive, si possono individuare i seguenti punti:
- FORMAZIONE DEI DOCENTI. Nell’ambito dell’Alfabetizzazione ai media, la formazione dei docenti è cruciale, meglio se affiancati da professionisti che danno un tono di “serietà” al lavoro con i ragazzi per realizzare prodotti editoriali. Nell’attuale società complessa e pluralistica e in particolare in Liguria, hanno dimostrato la loro utilità le figure intermedie che operano in strutture più agili di quelle governative e sono più vicine ai bisogni del territorio (così sono le cooperative, i centri di ricerca, le associazioni degli insegnanti). Il nuovo ruolo dei docenti deve necessariamente preveder la formazione nell’uso delle risorse presenti in rete. Da dispensatori di conoscenza, gli insegnanti diventano registi/facilitatori di processi di autoapprendimento guidato, attraverso una didattica multimediale interattiva che necessariamente include il sistema dei media. Ricordiamo che i ragazzi sono spesso abilissimi nell’uso di tecnologie e devices, ma forse non altrettanto competenti: spetta agli adulti colmare il gap che li separa dai nativi digitali e soprattutto mantenere ben salda la rotta e chiare le mappe del viaggio che si intende realizzare. In altri termini, sapere dove si vuole andare, percorrendo un territorio spesso più noto agli adolescenti che ai docenti.
- UTILIZZO DI APPRENDIMENTI NON FORMALI. La scuola può cercare di utilizzare, in funzione degli apprendimenti formali (quelli scolastici), tecniche, metodi, stratagemmi che provengono dagli apprendimenti informali (per esempio le competenze di cittadinanza che si sviluppano in gruppi frequentati dai giovani, dal volontariato all’impegno sociale) e non formali (si apprende anche divertendosi…).
- EDUCARE AI MEDIA SIGNIFICA FORMARE I CITTADINI EUROPEI DEL DOMANI. Se la scuola deve educare a pensare, sono i media che mettono in gioco i grandi valori che sono alla base della democrazia e della convivenza tra i popoli. L’educazione ai media come principio di partecipazione sociale. I ragazzi producono strumenti vicini ai loro interessi, raccontano il loro punto di vista, si interrogano sulla realtà che li circonda, si attivano sulle questioni che vengono loro proposte. Che si tratti di un giornale, di una trasmissione radiofonica o di un video, di un blog o di un sito, gli studenti scoprono presto di poter prendere parte all’ambiente nel quale vivono esprimendo emozioni e opinioni. Soprattutto lo fanno utilizzando in modo costruttivo nuovi e diversi linguaggi. La scuola allora deve promuovere la cultura della consapevolezza come competenza per l’orientamento nella società dell’informazione.
- REPLICABILITA’ DELLE ESPERIENZE. In prospettiva sarebbe interessante nei prossimi mesi tentare di replicare esperienze analoghe al progetto “On Stage” anche nella scuola secondaria di primo grado (anche con sperimentazioni pilota): si osserva infatti come l’età dei fruitori di nuove tecnologie si stia rapidamente e drasticamente abbassando, tanto da rendere ancora più necessario un intervento educativo a supporto dell’utilizzo consapevole e responsabile delle nuove tecnologie e delle nuove strumentazioni da parte delle generazioni giovani e giovanissime. Nelle “medie” le tradizionali esperienze di lettura e analisi dei giornali e di autoproduzione (i “giornalini” di classe) possono essere rivisitate e rivitalizzate, grazie all’impiego delle nuove forme di comunicazione (blog, produzione di ipertesti, video, ecc)
- PER GLI STUDENTI: NUOVE ALFABETIZZAZIONI, NUOVE COMPETENZE. Internet e le nuove tecnologie dell’informazione domandano alla scuola di promuovere una nuova competenza dell’alunno: quella di possedere una ‘quarta dimensione’ dell’ apprendimento, cioè l’uso delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. L’alfabetizzazione ai media è una di queste. Il ragionamento di fondo è che i tempi sono cambiati ed oggi essere cittadini del nostro tempo significa dominare nuovi alfabeti tra cui l'informatica: passare da semplici consumatori (come la diffusione dei tablet, l'uso delle app, unitamente alla familiarità dei videogiochi) a creatori del proprio videogioco o, perché no, del proprio blog, App, giornale digitale, ecc. Il cosiddetto learning by doing.
- SOCIAL NETWORK: OPPORTUNITA’ E PERICOLI. Può essere utile riflettere anche su come sia possibile utilizzare i social network, ai fini di un apprendimento più efficace e di un uso più responsabile della rete; con le dovute cautele, naturalmente. Da una parte deve essere chiaro che la rete (e tutto ciò che vi accade) è reale, non virtuale: insulti, minacce, atteggiamenti prevaricatori sono REALI e portano delle conseguenze, anche molto gravi. Indispensabile, soprattutto per le generazioni che hanno cominciato da poco a utilizzare internet e social network, insegnare che questi sono strumenti, utilissimi o pericolosi, a seconda dell’uso che se ne fa. Anche genitori e docenti devono essere sensibilizzati su questo aspetto. Ma i social possono cambiare anche in positivo il modo di apprendere: un contenuto postato viene commentato e ciascun intervento aggiunge qualcosa al “valore” iniziale. E’ l’idea alla base dell’apprendimento collaborativo (cooperative learning) che paradossalmente la scuola è riluttante ad usare, impostando invece su una base di competitività i rapporti tra gli allievi che si misurano con un determinato argomento.
- FAMIGLIA, SCUOLA E ISTITUZIONI DEVONO INTERVENIRE IN MANIERA INTEGRATA
Le proposte alla Regione
Un articolo di legge, che sulla falsariga dei tentativi messi in atto in altre regioni, possa valorizzare la Media Education e che sostanzialmente raccolga alcune istanze:
- Incentivare anche economicamente progetti significativi nell’ambito della Media Education e che siano almeno in parte replicabili in altri contesti, attraverso una logica di scambio di buone idee e di buone pratiche;
- Organizzare direttamente o favorire l’organizzazione di corsi per alliev,i genitori docenti (e dirigenti scolastici) sull’acquisizione di una consapevolezza maggiore nell’utilizzo della rete e dei social network;
- Curare la formazione dei docenti e in particolare di docenti formatori su vari livelli: lavoro per competenze; didattica digitale con uso di tablet, ipad o altro; learning by doing con materiale autoprodotto; flipped lessons e didattica per episodi di apprendimento situato; apprendimento laboratoriale e/o cooperativo; ecc
- Sostenere anche da un punto di vista tecnico le scuole o le reti di scuole per quanto riguarda la scelta, la messa in opera e il successivo funzionamento delle infrastrutture di rete e dei relativi parametri di sicurezza esterna ed interna (vedere anche tesi del gruppo Scuola digitale).
- Prevedere una continuità di risorse economiche per la manutenzione delle attrezzature, l’up grade tecnico per l’adeguamento delle tecnologie e dei software, la messa a disposizione di personale tecnico, l’help-desk tecnico. La struttura è fondamentale, ci deve essere un commitment forte che non si basi sul volontariato.
Chiediamo alla Regione Liguria di promuovere una governance condivisa con tutti gli attori istituzionali che si impegnano a collaborare in questa direzione, nel rispetto dell’autonomia di ogni singola istituzione, portando ciascuno il proprio patrimonio di competenze e di idee al fine di sviluppare progettazioni comuni per far sì che l’Alfabetizzazione ai Media dei ragazzi liguri diventi un obiettivo condiviso.
Questo comporterà la messa a sistema ed il coordinamento verso obiettivi misurabili a tempi definiti, delle azioni svolte sul tema della Media Literacy, favorendo la collaborazione e la diffusione delle buone pratiche e delle eccellenze.
A tal proposito si potranno istituire ruoli differenti:
- una Cabina di Regia Istituzionale
- un Network di esperti o un eventuale Albo di imprese e soggetti che hanno operato da tempo nell’ambito della Media Literacy aperto ad ulteriori adesioni.
La cabina di regia si farà carico di coordinare, armonizzare e mettere in contatto le diverse realtà che possono integrarsi.
Il tutto si espliciterà, dopo il consolidamento delle Tesi delle Conferenza, in un piano di azione a partire da dicembre 2014.